mercoledì 22 febbraio 2012

Deportivo Alavès

Città di Vitoria, paesi Baschi, che non è Spagna.  Spiriti sanguigni, senso di appartenenza alla città e ai propri colori a livelli altissimi. La squadra di calcio locale porta il nome di Deportivo Alavès. Anno di fondazione 1921 e pochi episodi che la fanno ricordare. Ho detto pochi, non nessuno, perché il Deportivo Alavés è stato ad un passo da entrare nella storia, ma forse nell’enciclopedia del calcio uno spazio per questa squadra c’è e non è nemmeno troppo piccolo.
Fast Forward, Anno 2000, il Deportivo Alavès si qualifica insperatamente alla coppa Uefa, tra le proprie fila presenti giocatori dal valore di Javi Moreno e Cosmin Contra (poi passati al Milan) e figli d’arte come Jordi Cruyff.  L’anno dopo, ancor più incredibilmente, il Deportivo arriva in finale di Coppa Uefa e di fronte avrà un avversario ostico e prestigioso: il Liverpool del giovane Gerrard e dell’esperto Mc Allister. Si gioca in Germania, alla Westfalenstadion, arena che qualche anno dopo regalò grosse gioie a noi italiani. Ma quella sera di Maggio a Dortmund, gioie e dolori si alternarono in un’altalena forse mai vista prima. Per tanti sarà la partita più emozionante di sempre.
Non perdo tempo a dire chi fosse il favorito, dico solo che nei primi minuti i pronostici si confermano e Babbel e Owen bucano entrambi la porta del malcapitato portiere, rendendo subito manifesta la superiorità di chi “non camminerà mai da solo”. Javi Moreno, attaccante potente e giusto un poco sovrappeso, mantiene vive le speranza dei baschi; poi sarà un rigore di Mc Allister a costringere i tifosi baschi a bere litri di kalimoxo per aiutarli a dimenticare.
Nel secondo tempo però accade l’imponderabile: prima Tomic e Javi Moreno poi riportano i baschi in parità, 3 a 3. Troppo bello per essere vero, infatti ci pensa Robbie Fowler a rovinare i sogni di quei ragazzi di Vitoria. Sembra finita… per tutti è finita, ma non per Jordi Cruyff che per una volta fa qualcosa degna del nome che porta e la partita va ai supplementari che l’Alaves giocherà in 9 contro 11 e con un solo obiettivo: arrivare ai rigori ed evitare la terribile (e per fortuna durata poco) regola del Golden goal.
Questa partita sarà una delle poche della storia che verrà decisa da questa assurda regola. Al 119’ l’esperto Mc Allister si appresta a calciare una punizione dal lato corto dell’area di rigore,  dove i giocatori attendono il cross. Mc Allister parte per la ricorsa e qualcuno immagina che qualcosa sta per succedere. Il fendente arriva in area e malauguratamente Geli la tocca di testa, anticipando il proprio portiere e indirizzando la palla verso la propria rete, dove si deposita. Il verdetto è il seguente: Liverpool campione, Deportivo Alavès morto.
Perché da quel punto in poi, il Deportivo Alavès mai più si è ripreso, il sogno scippato all’ultimo step e quindi la lunga scivolata verso l’amnesia del calcio.
La morale del Vostro Amico:  quando tutto va bene, quando il sogno sembra ad un passo, non esultare troppo, non essere troppo felice per episodi positivi che allontanano dalla realtà. Ovunque  nel mondo pronto per te un Mc Allister qualunque che crossa innocuamente verso la porta e ti rovina la festa, nel modo più doloroso possibile senza possibilità di rialzarti.